La via Claudia-Augusta - La partenza

La partenza
06 luglio 2014

"Cominciai a pensare a Monaco con un testardo desiderio a ogni ora del giorno, come se in quella piacevole città avessi perduto qualcosa di essenziale. E, lentissimamente, quel qualcosa di essenziale prese forma nella mia coscienza, ed era la forma snella e leggiadra della bionda diciannovenne." (Hermann Hesse)


Con queste doverose premesse, arriviamo a domenica 06 luglio, quando Alessandro, di buon’ora, si presenta a casa di Mauro con la propria auto, reputata l’unica in grado di riuscire a contenere 3 biciclette smontate, 3 persone e 3 bagagli. Una volta caricata la macchina, partiamo con direzione Firenze per recuperare Filippo. Arriviamo nel capoluogo toscano verso le 9.30. Carichiamo ulteriormente la macchina con gli averi di Filippo e, tutti insieme, proseguiamo in direzione Verona, stazione Porta Nuova.

Per strada ci concediamo un meritato stop all’autogrill Cantagallo, vicino Bologna, che ci soddisfa con un’ottima colazione comprensiva di bombolone alla crema e cappuccino.


Arriviamo a Verona intorno alle 12.15 e di fronte alla stazione troviamo ad aspettarci lo zio e la cugina di Alessandro, ai quali abbiamo gentilmente chiesto di venire a recuperare la nostra auto, allo scopo di custodirla a casa loro fino alla domenica successiva. Specifichiamo, per chiarezza, che gli zii di Alessandro vivono a Verona e che non sono partiti appositamente da Siena per venire a riprendere la macchina. Non per questo, sono stati meno gentili e disponibili.

Salutiamo i nostri salvatori ed entriamo in stazione, dove appuriamo che il nostro treno partirà dal binario n. 3, che raggiungiamo immediatamente con tutti i nostri armamenti, concedendoci subito una ricca sudata. Giunti in prossimità del binario, mentre Mauro resta a guardia dei bagagli, Alessandro e Filippo si recano al bar della stazione, per acquistare il nostro pranzo: pizza e focaccia ripiena.

Alle 13.00 circa inizia il nostro viaggio in treno con direzione Monaco di Baviera. Il viaggio, della durata complessiva di circa 6 ore, è di una noia memorabile. Nel nostro scompartimento, troviamo altri 3 passeggeri che durante il tragitto hanno la “fortuna” di godere delle nostre incessanti chiacchiere e dalla nostra continua agitazione, in conseguenza di ogni movimento brusco del treno e di ogni sosta in stazione, che ci porta ad uscire dalla cuccetta per controllare che i pacchettoni contenenti le nostre biciclette non subiscano particolari traumi.

Alle 18.30 circa arriviamo a Monaco. Vista la fatica che abbiamo durato per caricare i pacchi in treno, decidiamo senza ombra di dubbio di rimontare immediatamente i nostri mezzi. Prima di dedicarci a quest’opera attendiamo che Filippo, ottimo conoscitore del tedesco, si rechi alla biglietteria ad informarsi sulla possibilità di salire sul treno per Augsburg, la mattina seguente, con le biciclette completamente montate. Ricevuta risposta affermativa, ci armiamo di chiavi inglesi, pappagallo e quant’altro necessario per riassemblare tutti i pezzi al posto giusto, più o meno.

L’operazione ci porta via un’ora e mezzo circa e verso le 20.00 lasciamo finalmente la stazione per recarci in hotel. La fretta di imbatterci nella movida monegasca fa passare in secondo piano tutti gli altri aspetti e, una volta parcheggiate le biciclette nel garage dell’albergo e lasciati i nostri bagagli in camera, ci precipitiamo in giro per la città. Unico intermezzo divertente, è la nostra discussione con il lavandino del bagno, il cui tappo decide di incastrarsi impedendo all’acqua di fuoriuscire. Ovviamente ci rendiamo conto del problema solo dopo esserci lavati le mani completamente coperte del grasso delle catene delle biciclette. La pozza nera e maleodorante venutasi a creare, rimane in nostra compagnia fino al giorno seguente, con il risultato che tutte le normali operazioni “da lavandino” sono espletate nella vasca.

La prima visita serale è dedicata all’Augustiner Keller dove ci concediamo 3 forniti piatti di carne mista accompagnati da crauti, brezel e, immancabilmente, da due mass di birra… come inizio non è niente male. Dopo aver sgonfiato 2 litri di birra a testa, decidiamo di fare due passi allo scopo di raggiungere la seconda tappa serale: l’HB.


Arriviamo di fronte al locale e ci rendiamo conto, con estremo disappunto unanime, che è già chiuso. Ci dobbiamo pertanto accontentare di una birra di consolazione consumata all’Ayinger.

Con diversi litri di alcool in corpo, iniziamo a comprendere che, forse, è arrivato il momento di andare a dormire, nel tentativo di dare una parvenza di serietà alla nostra attività sportiva del giorno dopo.

Salutata la pozza sudicia nel lavandino, ci mettiamo a letto e prendere sonno non richiede un grosso impegno.

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