La via Claudia-Augusta - Sesta Tappa

Bolzano – Trento
12 luglio 2014

“Volevo il movimento, non un’esistenza quieta. Volevo l’emozione, il pericolo, la possibilità di sacrificare qualcosa al mio amore. Avvertivo dentro di me una sovrabbondanza di energia che non trovava sfogo in una vita tranquilla.” (Lev Tolstoj)


L’itinerario odierno, anche a causa degli errori nel calcolo dei chilometri, precedentemente annunciati, si prospetta, almeno sulla carta, breve e agevole. Infatti, durante la nostra sommariaorganizzazione, allo scopo di inserire obbligatoriamente Trento tra le città dove trascorrere la notte, ci lasciamo sfuggire il particolare che Bolzano e Trento sono separate soltanto da 60 km, mentre Trento e Verona distano circa 100 km l’una dall’altra. Una valutazione sensata, ci avrebbe portato a scegliere Rovereto come ultima meta notturna, ma dato che questa valutazione non è stata fatta, ci dobbiamo gioco forza arrangiare.

E la parola “arrangiare” è proprio quella giusta. Infatti, la prenotazione dell’hotel di Trento è l’unica che non può essere annullata, pertanto non ci resta che fare pace con noi stessi e prometterci di prestare maggiore attenzione, in futuro, alla programmazione degli stop.

Non ci mettiamo molto, tuttavia, a trovare molti aspetti positivi nella più breve percorrenza odierna: innanzi tutto, visti i bagordi della sera precedente, un po’ di sonno in più è estremamente utile per poterci riprendere meglio e, inoltre, una tappa più rilassante è anche propedeutica alla preparazione dell’ultimo, lungo, strappo fino a Verona.

Nonostante questi ragionamenti, anche allo scopo di assecondare almeno in parte la polemica del giorno precedente di Filippo, mettiamo la sveglia alle 9.00. Non abbiamo bisogno di molta memoria, dato che il nostro corpo ci ricorda immediatamente che la sera precedente abbiamo un po’ esagerato.

Decidiamo che un’abbondante mangiata può rimetterci a posto lo stomaco e ci affrettiamo a raggiungere un bar nelle vicinanze dell’hotel, dove non è prevista la colazione. Dopo due paste a testa e tre cappuccini, ci sentiamo decisamente meglio.

Dall’ora della sveglia alla partenza riusciamo comunque a perdere 2 ore di tempo, neanche noi sappiamo come, e fino alle 11.00 non siamo pronti a partire. Dalla nostra parte si schiera la facilità del percorso: i 60 km sono tutti, o quasi, su un terreno pianeggiante che corre lungo la ciclabile dell’Adige.


Con questi presupposti, ci concediamo una breve visita turistica della bella cittadina di Egna, dove consumiamo anche un caffè di metà mattinata, tranquillamente seduti al tavolino di un bar nel centro. Il percorso mattutino attraversa anche la simpatica frazione di Bronzolo, che ci diverte immensamente perché ci ricorda l’ottavo nano di Biancaneve.

Con tutto questo tempo a disposizione, alle 13.00 circa, decidiamo anche di concederci una prolungata pausa pranzo in uno dei numerosi bici-grill presenti lungo il percorso. Tre ottimi piatti di pasta con speck e zucchine accompagnati da un freschissimo vinello bianco costituiscono il nostro pranzo. Dopo mangiato, restiamo seduti a parlare in tranquillità: lo stesso Filippo non riesce a trovare nessuna motivazione per sollecitare i compagni di viaggio a ripartire.

Verso le 15.00, con estrema rilassatezza, riprendiamo a pedalare lungo il corso dell’Adige, dove i chilometri scorrono abbastanza veloci e senza grossi intoppi. Un’ora più tardi, verso le 16.00, raggiungiamo il confine tra Alto Adige e Trentino, dove facciamo alcune foto per commemorare l’evento.


Proseguiamo il cammino e, poco dopo, la nostra pigrizia, almeno per una volta, ci regala una piacevole sorpresa. Infatti, consultando la guida, ci accorgiamo che, per superare il torrente Aviso, la ciclabile si snoda attraverso un percorso piuttosto lungo e insensato, comprensivo anche di un paio di salite piuttosto impegnative.

Ovviamente, essendo psicologicamente preparati ad una tappa agevole, non abbiamo nessuna intenzione di durare fatica e ci mettiamo in cerca di un tratto alternativo, che riusciamo ad individuare tra le vie di un’area industriale poco fuori città. Ci avventuriamo quindi in mezzo ai capannoni e, proprio quando siamo sul punto di rischiare la vita, entrando nella tangenziale di Trento, a quattro corsie, veniamo raggiunti da un simpatico signore, anch’egli in bicicletta, che ci fa capire che non è proprio il caso di proseguire in quella direzione e si offre volontario per ricondurci sulla retta via della pista ciclabile. Accettiamo di buon grado il suo aiuto.

Mentre pedaliamo di fianco al nostro salvatore, che scopriamo chiamarsi Cornelio, ci dice di essere un coltivatore di mele e produttore del relativo succo e ci propone di passare a casa sua per un assaggio. Ovviamente non ci facciamo pregare e poco dopo scopriamo di aver fatto la scelta giusta: il suo succo 100% mele della valle dell’Adige è veramente eccezionale. Durante la sosta a casa sua, Cornelio, oltre a farci scoprire quando è buono il succo di mela mischiato alla birra, ci intrattiene con interessantissime informazioni circa la coltivazione delle mele e la successiva lavorazione. Essendo veramente digiuni su questo argomento, non ci risparmiamo di fare al nostro nuovo amico un vero e proprio interrogatorio.

Dopo circa un’ora di piacevole conversazione, Cornelio, come preannunciato, ci scorta fino alla pista ciclabile. Dopo aver scoperto che il nostro amico, per lavoro, si reca spesso in Toscana dove ha anche esportato il suo succo di mela e dopo averlo salutato, partiamo nuovamente per percorrere gli ultimi chilometri fino a Trento.

Alla fine arriviamo in città verso le 18.30, come sempre in ritardo rispetto alla tabella di marcia e, pochi minuti dopo, ci troviamo davanti il Grand Hotel Trento, una sistemazione da veri signori. Davanti all’albergo troviamo anche una divertente sorpresa: un grosso pullman con scritto “Nazionale Italiana di Basket”. E in effetti, appena entrati nella hall tutti sudici e maleodoranti, ci troviamo circondati da tutti i giocatori azzurri.

Finalmente l’orario di arrivo ci consente di fare le cose con maggiore calma rispetto all’usuale. Ci prendiamo pertanto qualche minuto in più per la doccia, e quando ci ritroviamo pronti per uscire, constatiamo che, finalmente, abbiamo anche il tempo di prendere un aperitivo.

Ci incamminiamo verso il centro storico e, giunti in piazza del Duomo, ci concediamo due validissimi vini bianchi locali, in due bar diversi. Dopo qualche momento di rilassatezza, decidiamo che è giunta l’ora di cena e ci apprestiamo a raggiungere una trattoria suggerita da un amico di Filippo. La cena è davvero magnifica e il tagliere di formaggi e affettati tipici, ci lascia letteralmente senza fiato, al punto che non riusciamo nemmeno a prendere il dolce. Impensabile!

Purtroppo, constatiamo tristemente che, nonostante sia sabato sera, la movida trentina non è per niente paragonabile a quella bolzanina e quindi ci concediamo giusto un giro per il centro e un mojito in piazza Duomo, allo stesso bar del primo aperitivo.

Molto presto ci accorgiamo che al nostro tavolo è venuta a sedersi anche la stanchezza e, verso mezzanotte e mezza, decidiamo di tornare in hotel sotto ad un’intensa pioggia, anch’essa venuta a farci compagnia. Non è una scelta sbagliata, dato che la mattina seguente la sveglia sarà molto presto.

Archivio blog