La via Francigena - Prima Tappa

Siena - San Quirico d'Orcia
12 giugno 2013

"Esistono cammini senza viaggiatori. Ma vi sono ancor più viaggiatori che non hanno i loro sentieri." (Gustave Flaubert)


Il 12 giugno la partenza è fissata per le ore 9.30 dalla Società di Contrada: biciclette scongelate, abbigliamento impeccabile, animo fiero.

Anche l'osservatore più distratto, vedendoci, oltre a farsi una grassa risata pensando: "Questi arriveranno poco lontano!", avrebbe potuto immediatamente cogliere le sostanziali differenze caratteriali dei partecipanti, semplicemente verificando il contenuto degli zaini:
- contenuto dello zaino di Alessandro: una maglietta, un paio di pantaloni, mutande e calzini (in numero inferiore o uguale a quello dei giorni da trascorrere fuori) e accessori da bagno;
- contenuto dello zaino di Mauro: due magliette, un paio di pantaloni, mutande e calzini (in numero inferiore o uguale a quello dei giorni da trascorrere fuori) e accessori da bagno;
- contenuto dello zaino di Filippo: cinque magliette, due paia di pantaloni, felpina per la sera, mutande e calzini (in numero nettamente superiore a quello dei giorni da trascorrere fuori), accessori da bagno, numero infinito di barrette, tavolette e gel energetici, fornita accessoristica per la manutenzione ordinaria e straordinaria della bicicletta, spray lubrificante e stampe delle prenotazioni degli alberghi e del percorso della via Francigena.

Considerando il quarto d'ora accademico, ci presentiamo alle 9.45 circa in Società, dove ci attende una meritata "colazione dello sportivo", necessaria per poter affrontare con successo la prima e intensa giornata. Cornetto, caffè, foto di rito, saluti dei presenti (una folla festante di 4-5 persone) e siamo pronti per partire... alle 10.30.


I pensieri positivi durano poco, anzi meno, in quanto i 10 km successivi, che ci condurranno alla grancia di Cuna (Monteroni d'Arbia), iniziano a mettere alla prova il nostro non essere ciclisti: la via Francigena abbandona infatti le strade battute e inizia ad inoltrarsi in un saliscendi di sentieri, non sempre di facile percorrenza (per noi ovviamente!).

Alla grancia di Cuna, spettacolare granaio fortificato del tredicesimo secolo, ci concediamo la prima sosta, anche per permettere ad Alessandro di ripulirsi una scarpa completamente avvolta dal fango, andato appositamente a cercare nell'unica ed isolata pozza trovata nel nostro cammino.


Dopo aver bevuto, ribevuto e riempito le borracce, ripartiamo da Cuna verso le 12.00 per intraprendere il tratto di circa 15 km fino a Ponte d'Arbia (Monteroni d'Arbia-Buonconvento). Questo tratto della via Francigena ci regala paesaggi veramente magnifici caratterizzati da mari di colline coronati dal profilo di Siena. Ci regala però anche i primi crampi che, inesorabilmente, si infliggono sul povero Maurino. Qui infatti il comodo tracciato stradale pianeggiante viene sostituito da un terribile percorso di crinale, fatto tutto di discese (poche!) e salite (tante, tantissime, troppe!).

Nonostante gli intoppi, l'arrivo a Ponte d'Arbia avviene "casualmente" all'ora di pranzo. E allora che facciamo, non ci fermiamo a mangiare alla Locanda del Ponte? Ma anche si! Il personal trainer Filippo suggerisce (leggasi impone!) di mangiare carboidrati e quindi ci concediamo risotto di asparagi (Filippo e Mauro) e gnocchetti al pomodoro (Alessandro). Risulta subito chiaro ed evidente che nello sport della tavola siamo decisamente più ferrati che nel ciclismo. Bravi noi!!!

Dopo un meritato riposo sotto il fresco pergolato esterno alla locanda, verso le 15.30 ripartiamo per la seconda e più impegnativa parte della giornata e scegliamo, fino a Buonconvento, di percorrere la via Cassia: in questo tratto, infatti, la via Francigena segue un percorso di salite insensato e noi, da buoni pigri, scegliamo di risparmiarci un po' di fatica!

Il tratto di strada fra Buonconvento e Torrenieri (Montalcino) è forse il più bello di tutto il percorso: la via Francigena si stacca infatti dalla Cassia per avvicinarsi a Montalcino, attraversando i paesaggi da sogno fatti dai vigneti e dalle colline che tutto il mondo ci invidia. Costeggiando le aziende di Altesino e Caparzo, possiamo ammirare i loro filari di viti perfettamente curati con rigogliose piante di rose all'inizio: dei veri e propri giardini d'epoca. Quella della pianta di rosa all'inizio dei filari, che oggi è rimasta una tradizione, in passato ha avuto delle ragioni pratiche: si pensava infatti che le piante di rosa potessero manifestare i sintomi del "mal bianco", un terribile parassita della vite, con alcuni giorni d'anticipo rispetto alle piante d'uva, permettendo così ai viticoltori di poter correre ai ripari.

L'arrivo a Torrenieri è segnato dalla prima profonda crisi psicologica di Filippo, che per un momento suggerisce di prendere l'autobus. Dopo un intenso lavoro psicologico-motivazionale portato a compimento dal team Alessandro-Mauro ripartiamo, in bicicletta, per l'ultimo tratto di circa 8 km.

L'ultimo pezzo di strada è una salita interminabile. Tuttavia, forse grazie al pensiero della cena che ci avrebbe atteso di lì a poco, appare meno impegnativo del previsto.

Alle 19.30 circa, entriamo trionfali a San Quirico d'Orcia. Ci mettiamo in cerca del nostro albergo percorrendo lentamente le suggestive e strette strade del paese. Insieme all'hotel, esattamente di fronte, troviamo anche le nostre amiche Agnese, Emanuela, Elena e Veronica, partite appositamente da Siena (in macchina!) per fare cenare insieme.

Arrivati in hotel, ci concediamo una meritata doccia che ci toglie di dosso la fatica della giornata (e il grasso della catena dalla gamba di Alessandro) e ci rende un minimo di decoro.

Raggiungiamo le nostre amiche a prendere l'aperitivo ad un bar in una piazza a due passi dall'hotel e dopo aver bevuto ci incamminiamo in cerca di un posto dove cenare. Facciamo pochissimi metri (forse avevamo fame!) e individuiamo un'osteria interessante dove, dopo un ben fornito antipasto toscano, ci concediamo una bella bistecca di cinta senese su ordine del personal trainer Filippo: "A pranzo carboidrati, ma a cena per forza proteine!". Ah, è superfluo dirlo, ma ovviamente la carne è stata accompagnata da un'ottima bottiglia di Orcia DOC... perchè noi ci teniamo alla filiera corta.

Torniamo al bar in piazza per un drink digestivo, salutiamo le nostre amiche e saliamo in camera per concederci un meritato riposo preparatorio alla seconda ed impegnativa tappa verso Acquapendente. Buonanotte!

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