La via Appia

Viaggiare lungo la Appia vuol dire fare una full immersion nella Storia, quella con la "S" maiuscola, seguendo le orme di legionari, commercianti e imperatori che già più di 2.000 anni fa percorrevano quella che, ai tempi dei romani, era chiamata la “Regina Viarum”. Federico II seguì il suo percorso prima di imbarcarsi per liberare la Terrasanta, Garibaldi “obbedì” lungo il suo tracciato e Spartaco, insieme ai suoi 6.000 compagni, fu crocefisso ai suoi bordi, reo di aver osato sfidare l’impero.


La costruzione di quella che è stata definita la prima autostrada della storia fu iniziata nel 312 a.C. dal Censore Appio Claudio Cieco, per collegare la capitale dell’impero a Capua, ai tempi una delle città più splendide e ricche del mondo. I lavori di costruzione si protrassero poi fino al 190 a.C. per completare il percorso fino al porto di Brundisium, l’odierna Brindisi, da cui era possibile salpare per raggiungere Gerusalemme e quella che, secoli più tardi, sarebbe stata chiamata la Terrasanta.

Il moderno percorso della via Appia è ricalcato a grandi linee dalla S.S. 7 Appia, detta anche Appia Nuova, che, pur con notevoli modifiche di percorso, permette di raggiungere il capoluogo di provincia pugliese, da Roma, dopo aver percorso circa 715 km. Il percorso ciclo-pedonale è stato invece tracciato solo recentemente e prende il nome di “Vie Francigene nel Sud”.


Il tracciato segue abbastanza fedelmente l’itinerario storico, e permette di percorrere basolati romani, strade sterrate e percorsi minori, evitando quindi totalmente la percorrenza della strada statale.

La partenza è obbligatoriamente prevista dalle arcate del Colosseo, a Roma. I primi 20 km della via Appia sono forse i più emozionanti di tutto l’itinerario: il percorso esce infatti dalla Porta di San Sebastiano, la più grande e meglio conservata tra le porte delle Mura Aureliane, per immettersi immediatamente all'interno del Parco Regionale dell’Appia Antica. Il celebre paesaggio dell’Appia Antica con i suoi resti di mausolei, ville e torri è famoso in tutto il mondo, e percorrere con la biciletta le stesse pietre solcate già 2.000 anni fa dalle ruote dei carri può essere un’emozione indescrivibile.


Una volta percorso il tratto storico la via Appia continua il suo tracciato nell’Agro Laziale, toccando il Buen Retiro dei Papi a Castel Gandolfo e le città romane di Cori e Sezze, fino a raggiungere il Mar Tirreno a Terracina, da cui si prosegue fino a Formia. Da qui il percorso abbandona il Tirreno per intraprendere un coast-to-coast meridionale, entrando poco dopo in Campania.

Il tratto campano tocca località che traboccano di storia, sfiorando i monumenti romani di Santa Maria Capua Vetere, lo sfarzo reale di Caserta e le meraviglie longobarde di Benevento, regalando vette di piacere, non solo agli occhi, ma anche al palato in una terra ricchissima di suggestioni eno-gastronomiche: i nomi di Falanghina, Taurasi e Greco di Tufo sono solo le punte di diamante del ricchissimo patrimonio di sapori di quest’area.


Una volta superato il tratto campano la via Appia corre veloce verso il Mar Ionio, completando l’attraversamento orizzontale della penisola nella bellissima città di Barletta con le sue memorie medievali. Da qui in poi la via Appia si muove lungo le coste pugliesi passando sotto gli archi della Cattedrale di Trani, attraversando il dedalo di vicoli di Bari Vecchia, fino a concludere il suo percorso sotto le cosiddette “colonne terminali” di Brindisi, che da 2.000 anni segnano il punto dove la via Appia si incontrava con il mare.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog