La via Claudia-Augusta - Introduzione

Introduzione


Chi l’avrebbe mai detto che ad un anno di distanza avreste ancora sentito parlare di noi in termini ciclistici?! Una cosa è certa: noi non l’avremmo mai pensato! Dopo le fatiche della via Francigena, infatti, ognuno di noi era ben convinto di abbandonare ogni ulteriore proposito sportivo.

Durante l’inverno 2013 e i primi mesi del 2014, invece, abbiamo iniziato a meditare di intraprendere una nuova avventura e piano piano questa idea ha cominciato ad assumere una forma, quella della via Claudia-Augusta, la strada costruita dai romani per mettere in contatto la nostra penisola con il mondo germanico.

Il tracciato effettivo della via Claudia Augusta è tutt’oggi poco chiaro, a causa del numero estremamente limitato di reperti ritrovati: in effetti le emergenze archeologiche che testimoniano l’esistenza della via si limitano a qualche pietra miliare e ad una stazione di sosta scoperta ad Egna, in provincia di Bolzano.

In generale, è ormai pienamente accettato il percorso da Trento a Mertingen, in Baviera, mentre ci sono ancora dubbi sui tratti che collegavano Trento al resto della penisola. È ormai piuttosto nota la percorrenza del tracciato da Trento fino a Verona ed Ostiglia, mentre è ancora poco chiaro il percorso che collegava Trento ad Altino, nei pressi di Venezia.

La via ciclabile segue un percorso in parte diverso rispetto all’originale antico: essa ha origine nella cittadina tedesca di Donauworth e giunge in Italia attraversando l’Austria, la Svizzera e di nuovo l’Austria, dopo aver superato due passi alpini: il Fernpass e il Passo Resia. Arrivata a Trento, rispettando l’analogia con la storica via romana, essa si biforca e prosegue fino ad Ostiglia, da un lato, e fino a Venezia, dall’altro.

Come in ogni migliore famiglia, il discorso sul nostro viaggio, vista la propria rilevanza, è stato affrontato a tavola: nello specifico davanti ad un ottimo antipastone misto di pesce, seguito da un altrettanto ottimo secondo, sempre di pesce. È alquanto inutile specificare che il tutto è stato accompagnato da un onesto vinello bianco. Al di là del menù, in quella sede sono state stabilite le tappe (quest’anno sette) e le date del viaggio: da lunedì 07 luglio a domenica 13 luglio. Alle sette tappe ciclistiche è stata aggiunta un’ulteriore giornata, domenica 06 luglio, utile per raggiungere la località di partenza: Augsburg, in Baviera.

Rispetto al percorso della ciclabile abbiamo concordato di tagliare il tratto iniziale da Donauworth ad Augsburg e, una volta stabilito di percorrere il ramo fino a Verona-Ostiglia, abbiamo deciso di interrompere la nostra avventura nella terra di Romeo e Giulietta, elidendo quindi anche l’ultima parte fino alla cittadina della provincia mantovana.

Nei giorni successivi al ritrovo, gonfi di spirito per questa nuova, imminente, avventura, abbiamo velocissimamente prenotato tutti gli alberghi nelle località prescelte per le soste notturne: Schongau, Lermoos, Landeck, Malles Venosta, Bolzano e Trento, nonché il treno da Verona a Monaco di Baviera, tappa fondamentale per raggiungere Augsburg.

La scelta della location per la prima notte merita un minimo di attenzione in più rispetto alle altre, in quanto nella sua individuazione risiede la nostra vera indole: la goduria. Vi pare possibile che tre individui come noi possano aver optato per andare a dormire sonni tranquilli nella pacifica Augsburg, in modo tale da essere pronti a partire di buon’ora la mattina successiva, quando potevano scegliere di trascorrere la prima sera nella movimentata Monaco? La risposta è già scritta.

A nostro favore c’è da dire che l’esperienza dello scorso anno ci ha insegnato un sacco di cose e che noi siamo stati sufficientemente vispi da apprenderle abbastanza velocemente. Tra le evoluzioni registrate, in cima alla lista compare la questione del bagaglio: se lo scorso anno abbiamo viaggiato per tutto il tempo con uno zaino più o meno pieno sulle spalle, quest’anno abbiamo optato per acquistare delle utilissime borse da adattare alle biciclette, con un notevole sollievo per le nostre spalle.

Il nuovo viaggio ci ha inoltre permesso di avvicinarci ad un nuovo concetto: quello relativo all’impacchettamento delle biciclette per il trasporto in treno. Nei giorni precedenti alla partenza, con più o meno tempismo, abbiamo tutti avuto l’onore di confrontarci con questa nuova attività i cui risultati, nella loro diversità, sono stati tutti soddisfacenti. Da rilevare la silouette snella del pacchettone di Filippo, senza dubbio il meglio riuscito.

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